Isola di Capri
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Itinerario 7

Capri, Certosa, Giardini d'Augusto, Via Krupp, Marina Piccola





Partendo dalla piazzetta di Capri si scende lungo Via Vittorio Emanuele fino ad arrivare di fronte all'hotel Quisisana; a questo punto, invece di imboccare la Via Camerelle sulla sinistra, si procede lungo Via Serena che scende ripidamente e si congiunge con Via Matteotti. Di fronte ci si trova davanti al complesso degli edifici della Certosa di San Giacomo il cui ingresso si trova dopo pochi metri scendendo verso sinistra.


Costruita nel 1371-74, fu devastata nel 1553 dal corsaro saraceno Dragut. Dopo l'ennesima incursione pirata nel 1563, i monaci certosini che l'abitavano eressero una torre fortificata: crollata nel 1808, questa ostruì (secondo una leggenda del luogo) con le sue macerie l'entrata di una grotta sottostante, denominata Grotta Oscura. Dopo la soppressione delle proprietà ecclesiastiche nel 1807, la Certosa fu adibita a caserma e nel 1815 a carcere, poi ad ospizio e, dopo il 1860, ad ospedale militare. Restaurata in parte nel 1924, oggi è sede della Biblioteca Comunale, del Ginnasio-Liceo ed ospita mostre temporanee; è, altresì, sede di un museo, in cui sono custodite alcune grandi tele del pittore tedesco Wilhelm Diefenbach, esponente della pittura simbolistica europea della fine del secolo XlX, vissuto per molti anni a Capri.
Il convento si sviluppa secondo maglie quadrate che comprendono il piccolo chiostro tardo-trecentesco, il chiostro grande (fine del sec. XVI), intorno al quale si raggruppano le celle, il quartiere del Priore, la Sala Capitolare ed una serie di corridoi, sale, stanzette e piccoli orti, dove si svolgeva la vita dei Certosini.
La chiesa, ad una sola grande navata coperta da tre volte a crociera ed illuminata da alte monofore gotiche, conserva resti di affreschi della fine del '600. Episodio isolato e ricco di motivi barocchi, è la torre dell'Orologio che, nella sua cuspide, ricorda il motivo della vera da pozzo in ferro, tipico prodotto dell'artigianato caprese.
La Certosa è la più importante manifestazione dell'architettura caprese, soprattutto nella sua parte più antica, che ha conservato la tipica copertura a volte estradossate, diffusa nell'architettura popolare del golfo di Napoli. Vale certamente la pena anche di fare un giro nel grande Giardino dal quale si ha una vista tra le più belle di tutta l'isola che spazia dai Faraglioni a Marina Piccola. Sono in corso i lavori di restauro dell'intero complesso dopo un lungo periodo di decadenza ed abbandono.
Dopo la visita alla Certosa si riprende Via Matteotti e, superato l'albergo Luna, si arriva ai Giardini di Augusto. In principio facevano parte delle proprietà di Friedrich Alfred Krupp, figlio del fondatore delle grandi acciaierie tedesche, stabilitosi a Capri alla fine del secolo scorso. I giardini, costruiti sulle rovine di antichi insediamenti romani, furono da lui donati al Comune di Capri che, successivamente, li ha intitolati all'imperatore romano. Ben curati e ampi, offrono una gradevole vista dei faraglioni e continuano con un secondo slargo ai piedi dell'incombente monte Castiglione.


Da sotto i giardini, la strada continua con la Via Krupp: fatta costruire sempre dal magnate tedesco Krupp si tratta di una via pedonale che univa il Quisisana, ove risiedeva, a Marina Piccola. Realizzata in maniera mirabile dall'ingegner Emilio Mayer, è stata definita «la strada più bella del mondo» per la sua straordinaria aderenza alla roccia a cui si abbarbica e per il corretto uso dei materiali da costruzione locali.

La strada è stata per lungo tempo chiusa al pubblico per via dei numerosi massi e pietre che si distaccano continuamente dal massiccio sotto i Giardini d'Augusto. Graze ad una complessa opera di imbragatura della montagna ora è nuovamente aperta al pubblico quasi per tutta la sua lunghezza (l'ultimo tratto è chiuso, ma transitabile).


Purtroppo, la strada non conduce direttamente a Marina Piccola, ma si ferma sulla camionabile; è quindi necessario percorrere un centinaio di metri sul ciglio della strada e percorrere l'ultimo tratto lungo la già citata Via Mulo dell'itinerario 6.