Tragara, Faraglioni, Pizzo Lungo, Matermània, Arco Naturale
A dieci
minuti
di strada dalla piazzetta, dopo aver percorso Via Vittorio Emanuele e
Via Camerelle, si arriva a Via Tragara ed in prossimità del
Monte Tuoro. Questa zona interamente ricoperta di macchia
mediterranea è sede di numerose ville e di alcuni tra gli
hotel più lussuosi dell'isola; tutti gli edifici,
sapientemente nascosti tra gli alberi per deturpare al minimo il
paesaggio, sono serviti da due sole strade: quella più bassa
Via Tragara e quella più alta (parallela alla
precedente) Via Tuoro. Questa seconda è più
tranquilla ed impegnativa da raggiungere (o si sale lungo la Via
Cércola all'inizio di Via Tragara o si prende la ripida Scala
Tuoro) e la fatica non è del tutto ricambiata, dato che la
vista è peggiore (è coperta da altissimi pini) e non si
arriva da nessuna parte (la strada è ceca al termine).
Via Tragara è
invece molto più affollata, visto che è l'arteria
principale (sempre pedonale!) per raggiungere i Faraglioni e visto
che buona parte dei turisti alloggia qui. Il panorama non è
dei migliori, ma si può vedere chiaramente il grosso massiccio
del Castiglione (dominato dall'omonimo castello in cima) che
scende a picco sul mare in prossimità del porticciolo di
Marina Piccola.
Arrivati in
fondo alla strada si è sulla punta sud-est dell'isola, la
cosiddetta Punta Tragara. Dalla terrazza del belvedere si ha
una bellissima vista (da una posizione più favorevole) di
Marina Piccola, ma specialmente ci si trova davanti alle enormi moli
dei Faraglioni. Questi sono tre caratteristiche formazioni
geologiche, certamente le più famose della tormentata
orografia dell'isola, su cui nidificano, numerosi, i grandi gabbiani
diomedei di Capri. Il primo (Stella) è alto m. 109 ed è
unito alla costa; il secondo (di Mezzo), alto m. 81 è dotato
di una galleria naturale, lunga circa 60 m. che lo attraversa per
intero; il terzo faraglione (Scopolo), alto m. 104, è abitato
dalla lucertola azzurra (lacerta muralis coerulea), rarità
zoologica oggi protetta rimasta imprigionata su di essa dopo il
distaccamento dalla terraferma.
Dal belvedere
di Tragara si apre una delle passeggiate più belle di tutta
l'isola che all'inizio scende direttamente verso i Faraglioni.
Incontrate le ultime case, ci si addentra tra i pini marittimi e si
arriva in prossimità del Faraglione di Terra, proprio sopra al
punto in cui esso è collegato all'isola. Qui c'è un
belvedere molto bello da quale si vede anche un quarto faraglione,
isolato di fronte al porto di Tragara, denominato il Monacone dal
bove marino o Foca monaca che vi ha dimorato fino al secolo scorso; i
resti di costruzioni romane superstiti e consistenti, in realtà,
in una scaletta di accesso ed una vasca per la raccolta delle acque o
per l'allevamento ittico hanno alimentato la leggenda che vi fosse
sepolto Masgaba, l'architetto africano degli edifici augustei
dell'isola.
Si prosegue
circondando il Tuoro, attraversando la zona conosciuta come
Pizzolungo, recentemente attaccata da un incendio che per
fortuna non ha fatto eccessivi danni. Le bellissime viste sul marte
azzurro e sulla roccia sottostante sono purtroppo turbate da un
vergognoso esempio di abuso edilizio: villa Malaparte. Durante una
sua visita a Capri nel 1936, lo scrittore e giornalista Curzio
Malaparte comprò dalla famiglia Vuotto una punta rocciosa
presso i Faraglioni, detta punta Massullo e decise di erigervi la sua
residenza estiva, abbruttendo così il bellissimo panorama
della zona.
Abbandonando
Pizzolungo, si entra nella zona di Matermània, un
grosso massiccio montuoso che collega il Tuoro al Monte Tiberio e che
domina tutto il lato est dell'isola. Il sentiero si snoda tra boschi
e zone esposte, fino ad arrivare nel cuore del massiccio stesso. A
questo punto inizia una lunga salita di 120 gradini che porta alla
Grotta di Matermània, una curiosa formazione rocciosa
dove sono conservate tracce di antichi resti romani. Dall'antro si
riprende la scalinata ed altri 240 scalini la separano dalla cima
della strada. Termina così il sentiero dei Faraglioni e ci si
riallaccia con la Via Matermània, una passeggiata molto meno
impegnativa (ma anche molto meno interessante) che conduce di nuovo
in centro.
Prima di
rientrare è però d'obbligo proseguire ancora un 300
metri ad est, e raggiungere così l'Arco Naturale.
Singolare fenomeno carsico, l'arco emerge sullo sfondo di un
paesaggio di rara bellezza. E' il frutto del crollo di una grotta
(forse, nella preistoria, a pelo d'acqua, quando Capri faceva ancora
parte della terraferma) e dell'azione del vento e della pioggia che,
nel tempo, hanno modellato l'arco fino a fargli raggiungere l'aspetto
attuale.