San Michele, Monte Tiberio, Parco Astarita, Villa Jovis
Partendo
dal centro di Capri in una quindicina di minuti si raggiunge l'inizio
della Via Tiberio (per ulteriori dettagli consultare l'inizio
dell'itinerario 3). Come il nome stesso suggerisce, la strada conduce
al Monte Tiberio sull'estremo nord-est dell'isola e ospita le rovine
della Villa Jovis,
residenza dell'imperatore romano.
La strada
procede attraverso le ultime case di Capri per poi incontrare altri
gruppetti di edifici isolati dal resto del paese. Delle traverse
sulla sinistra è interessante la Via Croce, che sale
sulla collina e si ricongiunge con la Via Matermània
sull'altro versante, mentre quelle sulla destra (in particolare la
Cesina) conducono a case più interne e compiono un'improbabile
giro del Monte San Michele: la strada si avvicina a delle
rovine non meglio precisate e comunque non visitabili e si interrompe
bruscamente in una mal curata boscaglia.
Proseguendo la
strada inizia a salire e si divide a in due: la Via Tibero a sinistra
e la Via Moneta a destra: è indifferente prendere l'una
o l'altra strada, visto che si ricongiungono duecento metri dopo e
l'ideale è percorrere una all'andata e l'altra al ritorno. In
lontananza comincia ad essere visibile chiaramente la sommità
della collina con le rovine adagiate su di essa.
Prima di
arrivare alla Villa, è d'obbligo una sosta al Parco
Astarita: sistemato ed aperto al pubblico di recente, il parco
costituisce una donazione all'isola del Marchese d'Astarita e offre
una serie di belvederi bellissimi, talmente esposti da riuscire a
vedere persino i Faraglioni da un'angolazione molto insolita.
Proseguendo la
strada inizia a diventare panoramica e sulla sinistra si ammira tutta
l'isola di Capri e la zona di Marina Grande; si entra quindi nella
Villa Jovis.
Secondo la
leggenda l'imperatore Tiberio fece costruire ben 12 residenza sparse
in tutta Capri, ma ci restano pochissime testimonianze della loro
presenza, eccezion fatta per la Villa Jovis, la Villa di Giove, la
più grande; fu fatta costruire agli inizi del I sec. d.C. E fu
scoperta nel '700 sotto Carlo di Borbone; i giardini della villa
dovevano coprire, in origine, l'intera collina. La costruzione, di
non comune imponenza in altezza, si articolava su più piani
disposti lungo il declivio naturale del terreno, per un dislivello
complessivo di circa m.40. I vari ambienti della domus vera e propria
si dispongono intorno ad una zona centrale occupata da ampie cisterne
di raccolta dell'acqua piovana, unica fonte di rifornimento di acqua
potabile ma anche riserva destinata al rifornimento delle terme, a
sud, articolate nei tradizionali ambienti del frigidarium, tepidarium
e calidarium. Il quartiere imperiale è a levante, nella parte
più alta e protetta del complesso ed è completamente
isolato dal resto della fabbrica, ma collegato con rampe e gradinate
al triclinio ed alla loggia, sul versante settentrionale. La loggia,
destinata alla passeggiata ed alla contemplazione dello straordinario
panorama che raccoglie tutto il golfo di Napoli, dall'isola di Ischia
alla punta della Campanella, ha un andamento rettilineo e misura m.
92 (sedicesima parte del miglio romano). Ad ovest del complesso, sul
ciglio della collina, i resti di una costruzione, in opera reticolata
con filari di laterizi, forse l'antico osservatorio (specularium) di
Trasillo, l'astrologo dell'imperatore Tiberio, anch'egli cultore di
tale scienza. Nell'ambito del complesso, la chiesa di S. Maria del
Soccorso (del '700) aperta soltanto in occasione dei festeggiamenti
della Piedigrotta Tiberiana: la mediocre statua, raffigurante la
Vergine con il Bambino, collocata lateralmente, ne sostituisce una
precedente che, eretta nel 1901, fu abbattuta da un fulmine nel 1977.
In prossimità
dell'ingresso, sulla destra di ammira oltre il parapetto lo
strapiombo di 300 metri denominato «Salto di Tiberio»,
dal quale, secondo la leggenda, l'imperatore era solito far lanciare
i nemici dell'impero.