Storia di FS
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Prima di Microsoft Flight Simulator


Gli inizi

Quello che oggi conosciamo come Microsoft Flight Simulator, in origine non era un prodotto per PC, e non era nemmeno prodotto da Microsoft.
La storia di Microsoft Flight Simulator inizia in un qualche momento difficile da documentare del 1982, quando un giovane e rampante Bill Gates firma un contratto con una piccola ditta di Chicago, la SubLogic di Bruce Artwick e Stu Moment, per avere in licenza una versione per PC del SubLogic Flight Simulator II, che al tempo era tra l'altro ancora in fase di sviluppo.
Ma prima di parlare degli esiti di quella firma, è importante spendere qualche parola su Bruce Artwick, ossia il “papà” di Flight Simulator. A metà degli anni '70, Bruce Artwick è uno studente di Ingegneria Elettrica all'University of Illinois di Urbana-Champaign (cittadine a sud di Chicago), appassionato di volo e di informatica. Nel 1975 si laurea scrivendo una tesi che coniuga i suoi due interessi principali, intitolata «A versatile computer-generated dynamic flight display». La tesi si accompagna con una demo grafica per computer Apple II che mostrava la possibilità di  gestire sia il calcolo del modello di volo che il disegno di uno scenario in grafica 3D vettoriale wireframe (ossia con poligoni non riempiti. Solo i contorni sono disegnati).
Nel 1978 Artwick fonda SubLogic, cui in seguito si associa Stu Moment, un suo collega e amico all'università, con cui condivide gli stessi interessi e che tra l'altro è istruttore di volo.



Sublogic Flight Simulator

Nel gennaio del 1980 la SubLogic commercializza il suo primo prodotto, “Flight Simulator” per architetture Apple II. La scelta del nome è molto eloquente: non un titolo accattivante e d'effetto, ma semplicemente “simulatore di volo”, perché di fatto è di questo che si tratta; il comportamento dell'aereo non è il risultato di semplici operazioni predefinite, ma il risultato di complesse equazioni ispirate alla fisica del volo, che permettono di calcolare posizione, velocità ed accelerazione in base ai comandi impartiti e all'interazione con l'ambiente circostante. Certo, tutto è ancora molto semplificato, visto che la potenza disponibile è limitata, ma è riduttivo parlare di videogioco (specie considerando che al tempo i videogiochi di grido sono “space invaders” e “packman”.
In realtà, forse per rendere il prodotto più commerciabile, una componente videoludica è presente: Flight Simulator proponeva infatti di mettersi ai comandi di un aereo della prima guerra mondiale, e lo scopo è quello di ingaggiare combattimenti aerei e bombardare postazioni nemiche. Si può dire che è un precursore una del Combat Flight Simulator uscito nel 1998.
Il programma viene fornito con uno «scenario» formato da una scacchiera di 8x8 caselle (ciascuna di circa un chilometro di lato); un fiume la divide a metà delimitando un'area alleata e un'area nemica; ciascuna aveva 2 aeroporti, alcune basi logistiche, depositi di carburante, ecc... ma nel gioco non si è vincolati da un preciso piano d'azione o da precise mosse, e si può adottare qualunque strategia, avendo libertà di movimento ovunque sullo scenario fornito.
La grafica? 320x200 con 4 colori (nero, bianco, verde, magenta). Grafica vettoriale e poligoni wireframe. Un pannello formato da due strumenti analogici e qualche numero qua e là a integrare. Una sottospecie di radar ad indicare la posizione dei nemici. Ma, di nuovo, la grafica di riferimento è quella di “space invaders” o “packman”!
Un'altra caratteristica di quegli anni: tanti diversi computer, con altrettante architetture non proprio tra di loro compatibili. E la necessità delle software house di indovinare una possibile architettura dominante o, in alternativa, di portare il proprio software su quanti più computer possibili. La SubLogic sceglie questa seconda strada, portando già nel marzo del 1980 il Flight Simulator su Tandy TSR-80: la minore potenza grafica di detta architettura, costringe l'uso di grafica monocromatica e di un pannello puramente testuale, senza strumenti grafici. Per entrambe le versioni, Apple II e TSR-80, il prodotto viene venduto in cassetta.


Nasce Microsoft Flight Simulator

Flight Simulator ha un notevole successo e SubLogic inizia a  preparare un nuovo prodotto, che alla versione militare (pur presente come un modulo di gioco integrato) affiancasse, anzi privilegiasse, una simulazione di volo civile, con aerei di aviazione generale. Il progetto prende il nome di Flight Simulator II. Contemporaneamente sul mercato dei computer si affaccia un nuovo concorrente: l'IBM PC. È opinione comune che questo computer avrebbe avuto un enorme impatto sul mercato, per cui diventa subito una piattaforma cui SubLogic guarda con interesse. Il problema è che il processore 8088 non è compatibile con i Motorola degli Apple II, e quindi il codice deve essere pesantemente adattato. La necessità di reperire fondi per offrire una versione PC viene risolta con la decisione di dare in licenza detta versione al “miglior offerente”, mentre le versioni di Flight Simulator II per altre piattaforme di home computer (Apple II in primis, ma negli anni seguiranno Commodore 64, Atari e Amiga) sarebbero rimaste a nome SubLogic. Apparentemente sia IBM che Microsoft si dimostrano interessate, ma Artwick sceglie la seconda, a suo dire perché “attratto dal clima familiare” della piccola ditta di Seattle. Dal canto suo, invece, Microsoft è intenzionata a usare FS come un prodotto d'immagine.
Ecco quindi che per architettura IBM PC (e in futuro per qualche versione anche Apple Macintosh) SubLogic Flight Simulator II prende il nome di Microsoft Flight Simulator.