Il villaggio gay di San Francisco per
eccellenza è
il quartiere di Castro. Si trova alla fine di
Market Street, tra la
18
th,
Market, Church,
Eureka e Sanchez Street. È
confinante con il
Mission, Noe Valley,
Twin Peaks e
Haight-Ashbury;
nel suo territorio si trovano le alture di
Dolores Heights. Il fulcro
del quartiere si snoda però da Noe Valley alla 24
th
street.
Il nome deriva da
Castro
Street che lo attraversa, che a sua volta prende il nome da
Jose
Castro, un leader dell'opposizione messicana agli Stati Uniti
nel
'800. Il quartiere c'è nato attorno dopo il completamento nel
1887 della
Market Street Cable Railway,
costruita per collegare la
Eureka Valley con il centro
della città.
Dal 1910 al 1920, il
quartiere era sede per molti immigrati da Svezia, Norvegia e
Finlandia e per questo veniva chiamato anche
Little
Scandinavia. Le ultime tracce di quel periodo scomparvero nel
1986, quando furono chiusi i bagni pubblici
Finela risalenti
ai primi del secolo precedente e ubitati dietro il
Cafe Flore su
Market Street. Il quartiere ospitava
anche
The Cove, un diner
gestito da scandinavi, la
Scandinavian Seamen's Union e la
Swedish-American Hall, ancora esistente. Costruzioni di legno
in stile scandinavo si trovano ancora lungo
Market
Street tra la
Castro e la Church. Il romanzo
Mama's Bank Account (Io
e la mamma), di Kathryn Forbes dipinge la vita del quartiere
tra gli immigrati scandinavi a Castro attorno al 1910.
Dopo gli scandinavi fu il
turno degli irlandesi, che si stanziarono nella zona per trent'anni,
a partire dal 1930. Dopo l'estate dell'amore del 1967, e l'enorme
impatto che ebbe nel vicino
Haight-Ashbury,
Castro divenne sede di
decine di migliaia di giovani omosessuali provenienti da tutti gli
Stati Uniti. Il quartiere, che prima si chiamava Eureka Valley,
cambiò il nome in Castro, e divenne la prima comunità
gay della città. Questa natura si rafforzò a partire
dal 1975, anno in cui
Harvey Milk
vi aprì un negozio di
macchine fotografiche ed iniziò la sua vita politica come
attivista gay contro la discriminazione dei medesimi, dando un
importante impulso al relativo movimento.
L'area fu duramente colpita
dall'
AIDS nel 1980 e gli
ufficiali cittadini iniziarono a chiudere i
bagni pubblici e portarono avanti altre analoghe iniziative per
prevenire il contagio della malattia. I muri degli edifici su
Market Street erano tappezzati da
manifesti che promuovevano il sesso
sicuro. Si contavano quasi 20 mila omosessuali prima della diffusione
dell'AIDS, solo 5 mila alla fine degli anni '80. Il quartiere oggi
ospita molte attività propriamente dedicate agli omosessuali,
che vertono quasi tutte per la raccolta di soldi (vendendo libri,
opuscoli, magliette e souvenir) da destinare alla ricerca contro
l'AIDS.
Abbarbicato sulla pendice
est di
Twin Peaks, Castro offre delle belle
viste su
Mission, sulla
baia ed ospita una grande quantità di case vittoriane ben
conservate. Interessante la
Harvey Milk Plaza, nei pressi
della stazione del
BART. Punti di
riferimento sono il
Names
Project, una serie di uffici che ospitano gran parte delle
associazioni di raccolta fondi sopra descritte. L'incrocio tra Castro
Street e la 18
th è cuore del quartiere,
conosciuto come
i 4 angoli
più Gay della terra,
dove ci sono librerie, negozi di vestiti, caffè e bar. Le
strade che si dipartono da qui offrono la scelta più esclusiva
di negozi esotici con ottimi vini e fiorai alla moda e portano a
verdi zone residenziali separate dal resto della città.
A sud di Castro si apre
Noe Valley,
racchiusa tra la
21
st, la 30
th, la Dolores e la Grand View
Avenue. Il quartiere è interamente residenziale e ospita quasi
esclusivamente operai. Solo marginalmente toccato dai movimenti Beat,
Hippy e gay, è ora un anonimo quartiere residenziale non
particolarmente coreografico, tanto che molti lo apostrofano
ironicamente
nowhere valley.
La sua origine si colloca
dopo il
terremoto del 1906,
quando divenne sede di un gran numero di
abitazioni ammassate l'una sull'altra e tutte a basso costo.
Costruito su una pendice di
Twin Peaks,
è comunque abbastanza
panoramico e quindi piacevole come luogo residenziale,
anche se senza alcuna pretesa.